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In una concezione psicosomatica i disturbi che ci colpiscono non sono mai casuali, sono “messaggi” inconsci che esprimono un preciso malessere interiore. E l'organo sintomatico è quello più adatto, simbolicamente, a rappresentare il disagio. Lo scopo è quello di aiutare le persone a guarire prendendo coscienza di come la malattia sia, a volte, l'unico mezzo rimasto per esprimere un problema, ma anche il punto di partenza per ritrovare un nuovo equilibrio con noi stessi. Spesso nelle prime sedute quello che mi sento dire dai pazienti è: “...vorrei tornare a essere quello di prima...”, riferendosi a un momento della loro vita in cui fisicamente stavano bene. E' una concezione sulla quale in terapia si riflette, non si torna a essere “quelli di prima”, perché quella modalità ha portato a stare male, anche se sembrava adeguata e funzionale, ha portato al sintomo. E quindi? Quindi si lavora per creare un nuovo equilibrio, alla luce del disagio, ascoltandolo e accogliendolo. Senza tentare di metterci “una pietra sopra”, ma con la piena consapevolezza che sotto le pietra c'è qualcosa, e ciò nonostante si va avanti per il nuovo sentiero.

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